La bellezza salverà il mondo


“Non esiste crisi per l’intelligenza”. Questa frase, pronunciata da un amico qualche giorno fa, mi è tornata alla mente questa mattina mentre guardavo una foto del cantiere dell’Oversea Building a Sottomarina di Chioggia che mi era appena stata inviata per mail. Vedere, in quella foto, il quasi completato progetto tra quella folla di architetture estranee mi ha fatto riflettere ulteriormente sul fatto che “non esiste crisi per chi sa rispondere al mondo con soluzioni intelligenti”.
L’Oversea Building desidera essere, infatti, un’intelligente risposta al mondo e, nello specifico, una risposta architettonica dotata di una forza espressiva e contenutistica tale da renderlo ossigeno puro per il contesto edificato circostante intriso di stereotipi privi di carattere e pensiero.
Ci sono opere e architetture che nascono pensate per non essere indifferenti, per avere, anche se accerchiate da altre architetture, la forza di due occhi che, riflettendo in uno sguardo un’intera anima, sanno farti innamorare di un volto fra la folla.
L’imperativo, quando si crea un’opera del genere, deve essere quello di innescare con il proprio lavoro un circolo etico e virtuoso. Un circolo che porti a ridefinire e riqualificare spazi a partire dalle nuove esigenze sociali, politiche, ergonomiche e umane connesse alla dimensione della sostenibilità e dell’ecocompatibilità.
Abbiamo la possibilità di dare forma e contenuti al mondo, di raccontare storie capaci di descrivere la nostra complessa dimensione temporale rimettendo in circolo risorse e energie, valori e verità.
Abbiamo la possibilità di fare! Ora abbiamo bisogno che ci venga consentito di agire! È propro per questo che servono svolte decisive, culturali e civili; committenti e politici illuminati che ci permettano di costruire e, soprattutto di ri-costruire, prendendo spunto da progetti nati a partire da scelte etiche-estetiche e viceversa, come sta avvenendo con l’Oversea Building a Sottomarina di Chioggia.
Negli anni 80, durante i preparativi per le Olimpiadi che si dovevano tenere a Barcellona, i muri della capitale catalana erano tappezzati da uno slogan semplice e efficace: “Barcelona posa’t guapa!” (Barcellona fatti bella) che inneggiava alla campagna di riqualificazione di molte zone della città. Esistono oggi politiche concrete che ci permettano di costruire città che si facciano belle? Di realizzare architetture, specchio dei tempi, che portino dentro e fuori di se molteplici storie capaci di diventare nuovi centri pulsanti fonte di nutrimento e crescita per il domani e la società che verrà?

“La bellezza salverà il mondo” diceva Dostoevskij. Penso che solo questo genere di bellezza, esteriore e allo stesso tempo carica di interiorità, potrà garantirci un domani migliore. Noi siamo pronti a fare scelte intelligenti, a sconfiggere alla crisi: costruendo storie architettoniche intrise di iperconcrettezza e sogno.

Buone vacanze.

Simone Micheli

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Un commento Aggiungi il tuo

  1. icittadiniprimaditutto ha detto:

    Reblogged this on i cittadini prima di tutto.

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