Less is more. Semplicità che illumina.

“Less is more”. Ogni nuovo anno va iniziato con dei buoni propositi e se devo pensare a un “principio guida” per i prossimi 365 giorni che verranno, non trovo massima migliore di questa. Queste tre parole brevi e incisive, perfetto elogio di quella semplicità piena che rende l’architettura grande, erano l’architrave concettuale, il credo portante, del talentuoso Ludwig Mies van der Rohe, una di quelle menti di pregio che, con la loro opera, hanno segnato il volto dell’architettura moderna.
Mies van der Rohe è stato il padre di un’architettura “pelle e ossa” caratterizzata da onestà materiale e integrità strutturale. Santificava il particolare e pensava che Dio risiedesse nei dettagli. In quei dettagli che, nelle sue opere, non erano mai equivalenti a fronzoli o orpelli stereotipati, ma essenza allo stato puro. Anime nude che rendevano evidente l’equazione semplicità=bellezza.
Credere in una frase come “less is more” – il meno è il più – significa credere in vuoti che sanno riempire di significato i pieni. E, per me, significa credere nella forza di elementi semplici capaci di riqualificare, rinnovare e riplasmare la materia in modo naturale e efficace. Significa, per esempio, credere nel potere buono della luce.
Parlare di luce in architettura equivale, infatti, a raccontare di un espediente fondamentale e prezioso in grado di tradurre alla perfezione quel “less is more” che era il credo di Mies van der Rohe. Esistono pochi elementi al mondo capaci di racchiudere in sé, allo stesso tempo, i caratteri di semplicità, efficacia e straordinarietà. La luce è decisamente uno di questi. Essa è una struttura meravigliosamente non invasiva, capace di ridefinire, con la sua sola presenza-assenza, armonie, equilibri, spazi, geometrie e volumi.
Nella sua semplicità essenziale la luce ci racconta storie di verità, storie che sanno diventare sinonimo di intelligenza e sostenibilità. È proprio per questo che, nelle mie architetture la rivoluzione dello spazio parte, prima di tutto, da luce e colore: elementi semplici, quanto basici e fondamentali, che vanno usati con intelligenza, per valorizzare e esaltare ciò che realizziamo. Elementi che ci permettono, senza ombra di dubbio, di ottenere il massimo risultato possibile sfruttando la risorsa più straordinaria e economica che abbiamo a disposizione.
Ancora una volta è allora il caso di dire: less is more.
“More” ancor più perché, non bisogna dimenticarlo, credere nella forza costruttiva della luce significa credere in un’energia pulita, in un calore buono che è quello degli affetti di fronte al crepitare di un fuoco d’inverno e delle passeggiate sotto il sole d’estate. Significa credere nel valore della semplicità, di una semplicità che è complessità risolta. Nella possibilità di una rivoluzione degli spazi che sappia portarci il cielo, e il mondo, in una stanza. E questo è proprio ciò che è avvenuto con la creazione di “Mi-Sha”, un progetto eccezionale in cui, proprio tramite un sapiente gioco di luci e proiezioni, Milano e Shangai si sono avvicinate senza toccarsi all’interno di uno spazio Ottocentesco creando un ambiente assolutamente nuovo e inedito e rivoluzionando totalmente, come in un ritratto in cui si modificano i punti di luce e d’ombra, il profilo degli interni.
Credere, come faccio, in un’architettura di luce e colore è dare importanza a gesti semplici, ma mai banali. È credere che il meno possa trasformarsi in più se si scelgono di raccontare storie che, con naturalezza, sappiano essere sinonimo di incanto e di meraviglia e testimoni di una bellezza sempre nuova, lineare e autentica.
Storie che, come quelle raccontateci da Mies van der Rohe, possano, a loro volta, fare la storia.

I miei migliori auguri per un nuovo anno. All’insegna di quei meno che sanno essere più.
Buon Lunedì.

Simone Micheli

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3 commenti Aggiungi il tuo

  1. icittadiniprimaditutto ha detto:

    Reblogged this on i cittadini prima di tutto.

  2. Denise Cecilia S. ha detto:

    Più che di complessità risolta, parlerei di complicazione risolta. Ma ci siamo capiti 😉
    Ottima impostazione per una professione tanto piena di possibilità.

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