Sono un uomo fortunato…

“Cristiana e Massimo, mia madre e mio padre, mi hanno concepito a San Marcello Pistoiese, un piccolo paese dell’entroterra toscano, poi, quasi 10 mesi dopo, sono nato a Viareggio, la città del carnevale della quale ho mantenuto il divertimento, il sorriso, la gioia.

I primi anni di vita li ho trascorsi a San Marcello, tra amati baci, carezze, meravigliosi stimoli e racconti dei miei straordinari genitori, gelati alla crema acquistati alla gelateria del ponte, divertenti passeggiate nei freschi boschi e nelle radure, iperbolici voli di aquiloni, roccambolesche cacce alle lucertole, magici giochi nei giardini, infiniti ascolti di fiabe con il mitico mangiadischi all’interno del mio castello: una cassapanca ottocentesca.
Dalla fisicità dei miei due meravigliosi genitori, dai loro continui insegnamenti e sperimentazioni di ogni natura, ho acquisito l’amore per la l’arte, per la bellezza, per la straordinarietà, per la creazione, per la correttezza, per la verità.
Fino dalla nascita l’aria che ho respirato è sempre stata intrisa di colore, di forma, di contenuti altri, di grandi trasporti emotivi, di profumi incredibili.
Mamma insegnava, dipingeva e scriveva, papà dipingeva, dipingeva, dipingeva.
Sono un uomo fortunato perché ho avuto dei genitori strepitosi.
Nel 1966, all’età di due anni, un “fortunato evento” mi ridette la vita per la seconda volta.
Ero in braccio alla mia zia, caddi, battei la testa ed entrai in coma.
Dopo plurimi controlli i medici del Mayer di Firenze, proprio durante l’alluvione, diagnosticarono oltre all’esteso ematoma cranico, un tumore di Wilms al rene sinistro.
Ai miei genitori dissero che c’èra poco da fare!
Che per salvarmi ci sarebbe voluto un miracolo!
Gli dissero che anche dopo un’eventuale intervento le possibilità di vivere oltre qualche mese, forse qualche anno sarebbero state remote e che in quel limitato tempo, avrei dovuto condurre una vita estremamente riguardata.
Dopo chiesero loro di decidere sul da farsi.
Quei due meravigliosi quanto disperati giovani pieni di paura ma anche di grande fede non attesero nemmeno un attimo.
Comunicarono ai medici la loro decisione di intervenire subito.
Conclusi i complessi interventi, i miei genitori mi fecero vivere con estrema libertà, senza anomali limiti, in una magica normalità ogni quantità temporale regalatami da Dio.
Mi hanno insegnato a vivere con pienezza, meraviglia ed amore ogni attimo, a vivere ogni attimo come se fosse l’ultimo, a vivere con inconscia attenzione la magnificenza del presente, la gioia della e per la vita, le carezze i baci, le parole, i respiri, i pensieri, i sogni, i sensi tutti, le creazioni.
I mesi sono trascorsi, sono passati gli anni ed eccomi ancora qua!
La mia fanciullezza, la mia adolescenza, tutto il periodo della mia formazione alla vita è stato straordinario, pieno di emozioni, di agonistici sport, di favolosi incontri, di amori, di studi connessi al mondo dell’arte, di divertimenti e di fatiche desiderate!
Il tempo è volato!
Sono un uomo fortunato!
Se non fossi caduto quel giorno sicuramente la mia vita avrebbe preso una strada diversa!
Tutte le cose più belle della mia vita mi sono capitate per caso come dei fulmini a ciel sereno che ho sempre cercato di trasformare in meraviglia”.

Da: “Simone Micheli from the future to the past”, L’Archivolto edizioni 2012

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Un commento Aggiungi il tuo

  1. icittadiniprimaditutto ha detto:

    Reblogged this on i cittadini prima di tutto.

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