“Tra i ricordi dell’inizio della mia attività di creatore, compiendo un balzo da pantera negli sconfinati spazi della memoria, assume un ruolo significativo il mio rapporto con la città di Verona, e in particolare con la manifestazione fieristica Abitare il Tempo: «[…] mi ha tenuto a battesimo nel 1990. Mi ricordo che l’anno prima mi trovavo alla conferenza stampa di questa rassegna fieristica a Milano. Alla conclusione feci un intervento teso al sostegno di quella che io ritenevo essere una delle più interessanti rassegne sperimentali italiane. Terminata la conferenza stampa mi fermai al cocktail e conobbi Carlo Amadori. A quest’uomo, che progressivamente è divenuto un caro amico, chiesi se ci poteva essere spazio, in quella rassegna, per un giovane come me, desideroso di creare e di presentare il suo credo emotivo e di contenuto al mondo. Lui mi rispose […] che c’era spazio per grandi entusiasmi e quindi anche per me! […]
Lustro dopo lustro, le mostre che ho curato si sono susseguite senza soluzione di continuità nella città veronese ed in giro per il mondo.
I rapporti con Verona e con Amadori sono divenuti, peraltro, sempre più sinergici.[…]
Il mio rapporto con Verona si riempie di sorriso, di pensieri felici e di magica condivisione d’intenti connessa alla dimensione della creazione quando penso al tempo consumato con il mio storico amico Maurizio Marcato e con la moglie Elisabetta (troppo poco per quanto avrei voluto o vorrei). Con Maurizio, abile interprete delle mie architetture,carismatico orso dagli occhi pieni d’entusiasmo, sempre pronto ad emozionarsi,a capire, ad indagare, a scoprire, ho condiviso e sto condividendo delle storie di visione che ci rendono eterni fratelli. Possiamo non vederci o sentirci per mesi, ma quando ci incontriamo è come se non ci fossimo mai persi di vista. Il mio rapporto con Verona, per tutto questo, ma non solo, non può che definirsi pieno
di bellezza, armonia, innamoramento[…]”.
Non è solo carriera, non è solo professione, ma sono colline che, dolci, abbracciano un fiume, che scorre tra storie e magnifici ponti. Ricordo come fosse ora l’immagine di Castelvecchio la sera, l’aria lieve, un salice che si china, quasi a riposare le lunghe fronde, sulle acque sospiranti e placide, dove luci riflesse, accompagnano lo sguardo alle imponenti mura del castello. Il sentiero veronese e quei tempi sono passati, ma hanno lasciato emozioni che si legano alle persone conosciute, rendendole per sempre parte di me.
Testo citato estratto da “Simone Micheli from the future to the past”.
Immagine: Abitare il tempo Fiera di Verona 1999 Croci Giubileo design Simone Micheli
Foto: Maurizio Marcato
Caro Simone,
è curioso come proprio ieri stavo guardando i cataloghi di Abitare il Tempo; ovviamente le tue mostre sono apparse spesso sui cataloghi della manifestazione e sono affiorati i ricordi dei momenti che insieme ci hanno accomunati per vent’anni. Ricordi ed emozioni irripetibili per un mondo oggi cambiato ma che, mi auguro, ci possa vedere insieme su altri sentieri.
Un caro saluto, con affetto
Carlo Amadori
Un sentiero lontano?….un esplosivo entusiasmo, anzi amore, per tutto ciò che ti circonda, il tuo ottimismo, la tua passione e capacità di amicizia (ma una ancor più importante e stupefacente incapacità di odio, rivalità e quant’altro purtroppo rende più triste il mondo) con la tua stupenda Roberta che ti affianca da sempre, è di te la reale fonte di ispirazione, è questo che consente ad un solare design di liberare e raffigurare felicità e armonia. Hai costruito molto fino ad oggi, ma la mia convinzione è che il tuo sentiero cominci ora…….. ma forse questa convinzione non mi passerà mai!
Tempo e Spazio non si misurano con metro e cronometro, per quanto ne so, bambino Simone, anche tu vivi (ed è forse la cosa che ci accomuna di più) di nostalgia del futuro!
Maurizio Marcato