Quando la terra si muove



Oggi, mi trovavo al Lido Venezia per un business meeting, in un momento di pausa mi sono concesso una passeggiata ai Murazzi per respirare l’aria di mare e rilassarmi. Tornato alla sala Stucchi dell’hotel Excelsior noto i lampadari che oscillano ampiamente e sento la terra tremare, i secondi sono interminabili ma in breve tutto torna alla normalità. Chiamo mia moglie la assicuro che è tutto ok, parliamo un po’, ci salutiamo.
Incuriosito navigo alla ricerca di notizie e, tra gli ultimi risultati, leggo delle vittime, di cui tre sul lavoro, tre operai sepolti sotto le macerie del capannone.
Per deformazione professionale penso al perché di questi cedimenti, è noto da sempre: l’Italia è un paese ad alto rischio sismico. La qualità di certi prefabbricati dovrebbe basarsi su questa consapevolezza prima di tutto. Purtroppo il pensiero alla base di certe “architetture”, a livello costruttivo e urbanistico, è mosso da una selvaggia logica del risparmio, più che da funzionalità e pragmatismo, da imputare più all’ignoranza che all’economizzare. Un capannone progettato a regola d’arte con i giusti materiali potrebbe portare risparmio al momento della costruzione (più di quanto si pensi), per non parlare della durata nel tempo. Ci sono innumerevoli soluzioni al servizio di chi vuole costruire, se le strutture hanno ceduto perché non a norma, torniamo a pensieri che non possono essere che di denuncia.  La logica del risparmio, del menefreghismo in riferimento  a etica e qualità, ha portato a molte delle situazioni che viviamo nella contemporaneità. Un ulteriore evento che non possiamo controllare è la natura, che va a rimarcare la nostra cecità quando entra in gioco il fattore denaro.
Lasciando da parte queste considerazioni, il mio pensiero va a queste persone che hanno perso la vita ingiustamente, facendo il loro mestiere, da eroi.
Con questo piccolo post vorrei fare da cassa di risonanza, perché eventi del genere non abbiano più a ripetersi e perché le strutture vengano controllate prima che accada il peggio.

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