Quante volte negli ultimi anni si è abusato della locuzione latina di Giovenale, complice questa “società dello spettacolo” in cui ci troviamo a vivere, dove la bellezza è spesso confusa con l’intelligenza e il benessere! L’architettura contemporanea non sfugge a questa regola e troppo spesso materiali, sicurezza, funzionalità, sono sacrificati a favore dell’impatto estetico che in assenza dei requisiti prima esposti è una qualità destinata a durare poco. Eppure sono convinto che la strada per dare un significato più “sano” alla parola “bellezza” non sia ancora troppo lunga. Mangio una mela e penso a come anche su questo argomento, la natura può indicarci la direzione giusta. Lavorare la terra (lo spazio architettonico) coltivandola con rispetto (materiali sostenibili) garantisce prodotti sani che ci fanno vivere meglio. Voglio impegnarmi a riconoscere i sapori più genuini dei luoghi che visiterò e nei quali lavorerò considerando “belli” i prodotti, architettonici e non, cresciuti nel rispetto di chi li dovrà consumare e vivere!