Migliorare la qualità della vita è l’obiettivo che da sempre si prefiggono tantissime discipline come la medicina e la scienza. Per quanto riguarda la dimensione dell’architettura e del design, oggi, lavorare sulla qualità della vita significa compiere e ricercare spasmodicamente etici gesti. Un oggetto o uno spazio etico devono rispondere a requisiti come immediatezza, sostenibilità, meraviglia, straordinarietà, bellezza, funzionalità, economicità riuscendo ad essere “future oriented”. Nel mio continuo progettuale fare di architetto e di designer, rifletto minuto dopo minuto, su forme, materiali e contenuti futuribili tenendo sempre di fronte a me, come un vessillo, l’uomo e il suo rapporto con il tempo e con lo spazio. In questo contesto il ruolo del progettista contemporaneo è di usare in maniera intelligente gli strumenti che ha a disposizione, primo tra tutti la tecnologia che permette di generare estese economie di scala e di rappresentare un supersonico compagno d’avventura. Il 21 di settembre sarò a Bari in occasione del Festival dell’architettura PUGLIARCH 2012 SLOW ARCHITECTURE dove terrò una lectio magistralis dal titolo “Design Etico”. Spero in questa occasione di stimolare nuove riflessione e di ricevere – come ogni relatore si auspica – nuovi spunti dal dibattito su questo tema così importante per chi progetta.
Bravo, Simone, nella mia bella Puglia adesso martoriata dai veleni…
Posso con l’occasione invitarti all’evento dell’associazione ToscanaIN che ho co-fondato e presiedo che si tiene lunedì 24 settembre all’Accademia Belle Arti Firenze sul tema della Personal Fabrication e Terza Rivoluzione Industriale (Digital Maker, FabLab, Arduino, ecc.) ? Ecco tutte le info: http://www.toscanain.org – In attesa di organizzare insieme un prossimo evento magari proprio sul tema del Design Etico 🙂
Sono una modestissima arredatrice ma quando opero nel mio settore penso sempre a come rendere più vivibile e armonioso lo spazio che progetto con l’ambiente circostante. Il tuo articolo lo trovo calzante per gli obiettivi che mi prefiggo nel mio lavoro e nella mia vita. Se tu potessi venire anche a Rimini o in Romagna a parlare di “Design etico” sarebbe una bella occasione per acculturare le grosse teste dei nostri architetti locali che per il momento hanno solo nella testa il guadagno immediato a discapito di natura, ambiente, armonia e socializzazione.
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