L’insostenibile inutilità delle arti

Questo video è stato una possibilità di comunicazione altra, per me e il mio studio, rispetto al linguaggio che mi è più consono: l’opera architettonica. Un’altra via, per dire che natura, architettura, musica e amicizia si compenetrano ispirandosi vicendevolmente. Esse sono strutture fondamentali della nostra vita, della nostra anima, senza le quali l’esistenza soffrirebbe di quel vuoto, ospite inquietante della contemporaneità, chiamato nichilismo.
Si sentono spesso giudizi leggeri, frenetici, sull’inutilità della musica, dell’arte, ma questa inutilità è inversamente proporzionale al grado con cui queste pratiche riempiono l’anima, elevandola lontano dal vuoto che così spesso minaccia l’iper-connesso “uomo tecnologico”.
Il senso, muto anelito dell’uomo per ritrovare se stesso, si nutre dell’insostenibile “inutilità” che da leggerezza all’essere. Non riesco ad immaginare la vita senza forme d’arte, come non riesco ad immaginare la mia vita senza l’architettura di cui vivo, senza la natura da cui traggo idee, senza la musica  che ispira, senza gli amici che mi donano coraggio. Ricordo una frase di Frank Lloyd Wright: “L’architettura vera, sì signori, è poesia. Un edificio organico è il massimo dei poemi, e la circostanza che debba rispondere ad esigenze reali, essere la realtà, stimolare la vita, facendo del quotidiano qualcosa di più degno di essere vissuto, ciò non lo rende meno poetico… “. All’interno dell’architettura risuona l’opera d’arte, in una polifonia musicale, di cui l’amicizia di Gianmario, mi ha gentilmente fatto dono. Aristotele diceva che l’amicizia è una virtù indispensabile all’uomo, Nietzsche la prediligeva addirittura all’amore. Questa costellazione di tre menti illuminate, potrebbe bastare a veicolare un messaggio che troppo spesso scompare, come sabbia fra le mani, nella velocità di tutto ciò che ci circonda.
A volte sembra impossibile fermarsi, uscire dagli schemi e riassaporare qualcosa che non riusciamo più a sentire, perché assordati da un mondo che sembra urlare più che cantare. Allora fermiamoci e ascoltiamo, se riusciamo a trovare uno spiraglio dal quale far respirare l’anima, ritrovando la nostra sensibilità, ritroveremo così il senso, il muto anelito.
Ritroveremo noi stessi senza cercarci.
Buona scoperta… Simone

Video: S.M.A.H.
Composizioni: Gianmario Liuni

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