Guardare fuori dalla scatola: non dico di lasciarsi scivolare le cose di dosso, non parlo di facili rimedi, di passeggiate nei parchi, di musica classica o di fare yoga, ma sicuramente non restare intrappolati in qualcosa che non funziona più. Superare le nostre “tragedie” muoverci. Nel momento in cui rimuginiamo cristalliaziamo soltanto il pensiero, bisogna agire.
Guardare fuori dalla scatola, significa trovare altre vie, muoversi, viaggiare, i pensieri resteranno indietro, scompariranno e noi ci saremo fisicamente spostati, avremo veleggiato con rinnovate energie verso un rinnovato pensieto.
Spegnere un circolo vizioso, melanconico e raziocinante.
Leggo i giornali, ascolto la radio, guardo il telegiornale, una sola notizia sembra essere onnipresente, nonostante il tempo che passa.
Un passo è l’ammissione di una crisi i cui effetti sono palesi.
Non solo guardare avanti ma, muoversi verso, l’importante è non fermarsi, poco male se si sbaglia, meglio, errare significa impegnare se stessi e lo spirito.
Quindi la critica, il cinismo, il lamentarsi dello stato di cose presente lo lasciamo ad altri, restano modi triviali e fine a se stessi, non ci appartengono, ora l’unico modo per criticare costruttivamente è plasmare nuove vie, guardare fuori e lontano. Alle volte non c’è spazio per il pensiero ma soltanto per il tentativo nobile e, aggiungerei, eroico del fare.