L’estetica soprattutto in Italia è un retaggio culturale, è qualcosa che nasce inavvertitamente, sono così tante le fonti storico artistiche dalle quali, anche inconsciamente attingiamo, che il gusto diviene un particolare esuberante, sia in chi sceglie, sia in chi offre. L’attenzione al “bello” nel senso più puro, nel nostro bistrattato paese è genetica, non c’è nessun segreto, se non il continuo confronto con la realtà. Ogni angolo ha una storia, parla, è il risultato di un pensiero, di un gusto non c’è nulla di anonimo, tutto comunica, l’attenzione all’estetica è quindi innata.
Il “Made in Italy” in questo senso non cambia, si ibrida con le nuove tendenze ma conserva sempre un in più che possiamo chiamare memoria, scolpito nel DNA assieme ad una fantasia che sembra essere inesauribile.
Il prodotto non ha bisogno soltanto della pratica, dell’occhio attento all’economia, essendo qualcosa di umano ed emozionale, ha un gusto che è misura, che si nutre del “bello parlante”, lo ricerca, lo rincorre per questo il made in Italy ha uno charme che pur essendo passato non passa, ed è anzi coniugato al futuro a livello mondiale.
Simone Micheli