Rispondo ad una mail di auguri, sto per inviare e mi accorgo che, sempre più spesso, il natale diventa, per un errore di digitazione, “nadale”. Eppure la “t” è lontana dalla “d”.
Una lettera mangiata o sbagliata, che problema c’è?
L’informazione è preda di una rete così ampia, ormai canalizzata, onopolizzata da un solo mezzo: veloce, disattento, acritico, dimentico di fonti, premesse, irresponsabile di ciò che dice, delle immagini che passa. Tanto fra un secondo la pagina verrà ricaricata, con altri contenuti altrettanto fatui.
Leggiamo interrotti, da pubblicità, film, macchine che attraversano lo schermo, trailer avvincenti, l’attenzione è dispersa, frantumata, non stiamo leggendo ma scorrendo una serie di titoli disturbati dall’ennesima finestra che si apre occupando l’intero schermo, riempiendoci di regali e colori.
Lo schermo si sostituisce al pensiero critico e ci lascia disarmati davanti a mari mossi senza sosta da continue informazioni.
L’unico sollievo nell’essersi lasciati trasportare nel magico mondo del “naDale”, è sapere che l’augurio di ogni bene, rimane inalterato ed è sempre qualcosa che si salverà da questo mare senza memoria, incorniciato da uno schermo.