Futura è la personificazione del cielo stellato, armonia dello spazio infinito. Atmosfera celeste, tensione energica rivolta al futuro e coscienza aperta, che trascende le limitazioni dell’Io.
Il costante moto del progresso mi invita a riflettere sul significato dell’essere e dello spazio, l’antica dicotomia me e l’altro.
In tal senso, la dimensione nascosta dello spazio, ovvero il luogo che un individuo occupa oltre i limiti della propria persona, si traduce in distanze dagli altri.
Dal latino proximus, E.T. Hall definisce il linguaggio della prossimità, la Prossemica, che riguarda gli usi sociali e comunicativi dello spazio e della distanza interpersonale.
Lo spazio dell’Io non viene più delimitato dal corpo fisico, ma si estende al di là di esso e tende ad infinito. All’interno di questa bolla comunicativa si definisce l’altro, che entra in relazione con me.
L’arte del comunicare, ancora una volta, ci insegna preziose regole al fine di superare i nostri limiti personali, per aprirci alle grandi possibilità dell’infinito.
Futura – The hidden dimension of space
Futura is the personification of the starry sky, harmony of infinite space. Celestial atmosphere, energetic tension towards the future and open consciousness, which transcends the limitations of the ego.
The constant movement of progress invites me to reflect on the meaning of being and space, the ancient dichotomy of me and the other.
In this sense, the hidden dimension of space, the place that an individual occupies beyond the limits of his own person, is translated into distances from others.
From the Latin proximus, E.T. Hall defines the language of proximity, the Proxemics, which concerns the social and communicative uses of space and interpersonal distance.
The space of the ego is no longer bounded by the physical body but extends beyond it and tends to infinity. Within this communicative bubble we define the other, who creates a relationship with me.
The art of communicating, once again, teaches us precious rules in order to overcome our personal limits, to open ourselves to the great possibilities of the infinite.