La settimana scorsa ero Cannes per lavoro, ammetto di essere restato sorpreso dalla moltitudine di donne, ma anche uomini, alterati chirurgicamente dal desiderio di restare giovani, pur dimostrando palesemente la loro età, sotto interventi più o meno riusciti.
Invecchiare è parimenti alla chirurgia un lusso, un lusso coscienziale ed esperienziale, parallelo al decadimento organico e naturale. Sono percorsi e la bellezza del percorso è decantata in ogni arte.
Gustare la vita con maturità diversa è un piacere rotondo, una sfera perfetta, che non può essere perso, nemmeno fisiognomicamente.
Fuori traspare la bellezza nel suo senso più affascinante, soprattutto nel viso il segno attrae, crea domande. Del termine, del limite del viso, mi innamoro; una grinza, le rughe ai lati degli occhi, i segni del tempo che narrano una vita piena, ricca, affascinante, mi attira in modo irresistibile.
Nella ruga spianata vedo solo dimenticanza, a tratti la vuotezza di un mondo muto, che allontana, che non appartiene, la pappa del niente, la non comunicazione.
Senza trucco e bisturi, gli uomini e le donne dello spettacolo, sono quel di più che li rende realmente il mito contemporaneo delle masse. Una star che passa è da sempre una star che resta, per quanto il mainstream riesca a nutrirsi anche di questo in modalità sicuramente non condivisibili.
Il tempo che passa è un dono di Dio, un meraviglioso senso di relativa decadenza, ricchezza ammaliante dell’estetica.
Foto di Roberta Micheli: Bicicletta, Cannes.
Caro Simone ho trovato il tuo blog e così ti seguo costantemente e ho la fortuna di poter leggere i tuoi pensieri! Un grande abbraccio Luigia
Cara Luigia, sono contento che tu condivida le mie rughe quelle di Roberta. Simone